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The Great Northern X nasce, nell’estate del 2009, a Montagnana (PD), dalla fusione di Art of Wind (progetto solista di Marco Degli Esposti) e Flap (trio strumentale): entrambi nel roster di In The Bottle. Nel 2011 esce il primo disco The Great Northern X (InTheBottle/Fooltribe/Upupa) che viene accolto da ottime recensioni. Il suono si fa terreno di incontro tra scrittura e voce tendenzialmente folk-psichedeliche, dilatazioni surreali e arrangiamenti post-rock, di deriva anni '90. Nell’estate 2012 entra in formazione un nuovo batterista, Federico Maio con cui si abbandona definitivamente la trance folk e si inizia un nuovo corso di scrittura decisamente più rock. Con Federico alla batteria la dinamica cambia e si abbandonano le cadenze acustiche in favore di un approccio più pesante, più acido, che pesca tanto dalla tradizione dei Black Sabbath quanto da quella di God Machine e My Bloody Valentine. Nell’inverno 2013 Great Northern X entrano in studio a registrare COVEN, il secondo lavoro che vedrà la luce nell’aprile 2014.


RUMORE (gennaio 2012) - Antonio Belmonte (voto 8/10)
“The Great Northern X sono una band da spazi aperti, senza mezze misure: non ascoltateli a volume smorzato rinchiusi tra le pareti del vostro salottino perché non rendereste grazia al loro disco. Perché in fondo suonano come suonerebbero The Byrds in una non meglio precisata era postatomica, trasfigurati dalle loro stesse elucubrazioni psyco-folk, trafitti dalle radiazioni elettriche delle loro stesse chitarre e dalla devozione a un passato musicale ricco di randagi riferimenti letterari. Solo con un buon motore diesel sotto le chiappe le sette tracce di questo debutto acquisteranno l’estatico profumo della ritrovata libertà e della solitudine corroborante: Saigon, Loser Song e Rat raccontano da lontano il cielo cangiante della provincia americana, senza neanche guardare fuori dal finestrino, solo attraverso i fulminei battiti di ciglia del post-rock più polveroso e le movenze feline del più periferico indie-rock ’90 a stelle e strisce.”

IL MUCCHIO (ottobre 2011, cartaceo) – Federico Guglielmi
“Ad ascoltare ogni mese un abbondante centinaio di dischi di (cosiddetti) emergenti italiani si rischia di abbassare paurosamente i propri standard di qualità minima, ma per fortuna di tanto in tanto capitano sorprese che giustificano gli sforzi di pazienza compiuti. Ad esempio questo esordio – sette tracce per quasi trentuno minuti – dei veneti The Great Northern X, dischetto delizioso dove il folk-rock e la psichedelica di scuola Eighties convivono con deviazioni post-rock e con scrittura di sapore pop dalle sfumature piacevolmente espansive : un artigianato musicale di pregio dove l’energia – che pure c’è – preferisce il ruolo di spalla a un’evocatività sottolineata da un canto (in inglese) che accarezza invece di spingere. Un gran bel suono e, cosa più difficile per questo lodevole, gran bei brani, che nel caso di Loser Song e Rat sfiorano l’eccellenza: qua e là sembra quasi di ascoltare delle outtake dei Chills, e chi conosce la band neozelandese  sa che è un complimento non da poco.”

Video:
Sickness Of The Great Nothing

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